È Stata pubblicata la relazione 2015 sull’antiriciclaggio

Credits: Ministero dell’Economia e delle Finanze

 

Da pochi giorni sono disponibili i numeri relativi alla situazione del riciclaggio in Italia: il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha infatti pubblicato la Relazione annuale sulla valutazione delle varie attività di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo. L’analisi, redatta dal Comitato di sicurezza finanziaria, sintetizza e incrocia i dati relativi al 2015. Cifre alla mano, il Ministero ha voluto evidenziare come nel nostro Paese esista un efficace sistema di prevenzione del rischio e di rilevazione delle violazioni: a concorrere a questo risultato contribuisce una rete di collaborazione costituita sia da soggetti pubblici che privati, come per esempio studi professionali, banche e assicurazioni.

L’unico modo per prevenire il riciclaggio, come ha voluto sottolineare il Ministero nel testo del documento, è quello di responsabilizzare pienamente tutti i soggetti coinvolti, i quali sono dunque tenuti a monitorare e intercettare il rischio. Soggetti privilegiati della prevenzione antiriciclaggio sono dunque i commercialisti e i notai: non a caso il Consiglio dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha redatto e pubblicato un manuale delle procedure operative antiriciclaggio per commercialisti, nel quale, oltre che a fornire una spiegazione della normativa, aiuta a strutturare al meglio le procedure interne ad ogni singolo studio professionale.

Nel documento ministeriale si può scoprire che nel 2015 l’Unità di informazione finanziaria ha ricevuto complessivamente 82.428 segnalazioni, cifra che segna un incremento di oltre 10.000 richiami rispetto al 2014. Tale aumento deriva in massima parte dalla crescita delle segnalazioni provenienti da banche, Poste e professionisti. Nella quasi totalità dei casi, le segnalazioni sono state relative a sospetti di riciclaggio: una fetta molto marginale, invece, è costituita da operazioni sospette di finanziamento al terrorismo (273 volte) o relative a programmi per la proliferazione delle armi di distruzione di massa (13). Nonostante questi ultimi due dati rappresentino una percentuale minima, va sottolineato che esse sono triplicate rispetto all’anno precedente, probabilmente come conseguenza dell’inasprimento delle azioni terroristiche a livello internazionale.

Le operazioni maggiormente segnalate durante il 2015 sono state ancora una volta quelle effettuate attraverso contanti e bonifici: su un totale di 290.000, infatti, 96.000 hanno riguardato bonifici bancari, mentre in 77.000 casi si è trattato di trasferimento di contante. L’Unità di informazione finanziaria, agendo secondo una logica risk based, ha effettuato 24 ispezioni, di cui due di carattere mirato, nell’arco dei 12 mesi. Guardando invece alle attività ispettive a carattere più generale, la stessa Banca d’Italia ha avviato complessivamente 172 accertamenti, attraverso i quali è stata rilevata una pluralità di disfunzioni, soprattutto relativamente alla carenza dell’adempimento degli obblighi di verifica della clientela. Nemmeno la Guardia di Finanza è però stata a guardare: in totale le fiamme gialle hanno infatti portato a termine 477 ispezioni, 365 delle quali hanno constatato violazioni penali.

Articolo scritto in collaborazione con Alavie

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